20 Maggio 2025
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A poco più di un mese dalla lettera aperta al Sindaco Gualtieri e dall’incontro tra una delegazione del Santa Lucia Basket e il primo cittadino in Campidoglio, la situazione rimane invariata: il campo non c’è.

Mentre il mondo intero si prepara ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, Roma Capitale non riesce a trovare un impianto accessibile per 6-8 ore settimanali, necessario per le attività della prestigiosa società di pallacanestro in carrozzina. Una situazione che rischia di portare alla chiusura definitiva del Santa Lucia Basket.

“Nei contatti avuti in queste settimane con l’Assessore allo Sport Alessandro Onorato – spiega il Presidente del Santa Lucia, Mohamed Sanna Ali – è emersa una resa sostanziale dell’Amministrazione: il posto per noi non c’è. Con la scadenza per l’iscrizione al campionato il prossimo 31 luglio, chiudere i battenti ci sembra ormai l’opzione più realistica. Un dolore immenso, un fallimento per la collettività”.

Nonostante l’immagine di una città inclusiva, le attività agonistiche e di avviamento allo sport per ragazze e ragazzi con disabilità, che il Santa Lucia Basket ha portato avanti con grande dedizione e competenza, non saranno possibili nella stagione 2024-2025. Questo a causa dell’indisponibilità di un campo accessibile negli spazi e nelle fasce orarie necessarie.

“Abbiamo alle spalle un lungo cammino, in cui abbiamo affrontato tutte le difficoltà con impegno, fiducia e la convinzione di dare ai nostri ragazzi opportunità che senza lo sport forse non avrebbero avuto – continua Sanna – ma questo è un ostacolo insormontabile. Probabilmente perché è l’unico che non dipende da noi. E ora sta a noi spiegarlo alle famiglie”.

In una mossa finale, la Società ha richiesto formalmente al Sindaco di essere riconvocata nel più breve termine possibile prima di prendere una decisione definitiva. La palla è ora nelle mani di Roma Capitale, ma sembra che questa volta il Santa Lucia non riceverà l’assist necessario per continuare a giocare.

La chiusura del Santa Lucia Basket rappresenterebbe non solo una grave perdita per la comunità sportiva, ma anche un segnale negativo sulla capacità di Roma di supportare l’inclusione attraverso lo sport. Il tempo stringe e la speranza è che, all’ultimo minuto, qualcosa possa ancora cambiare.