Il “Candido Junior Camp” riparte da Padova

Si riparte, con gli occhi fissi al futuro. Dal 24 al 26 settembre 2021 il Candido Junior Camp farà tappa a Padova per il primo appuntamento dopo il periodo di stop causato dalla pandemia di Covid-19. In prima linea come sempre ci sarà Briantea84, nel 2015 founder del progetto insieme alla Fondazione Candido Cannavò che oggi conta una rete di partner ben strutturata con la Fipic (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) e la media partnership della Gazzetta dello Sport. La vacanza sportiva dedicata al basket in carrozzina di fine settembre, organizzata in collaborazione con la società sportiva Cus Padova, ritorna tra grandi aspettative e altrettanto entusiasmo: è già possibile inviare la propria candidatura come atleta, volontario o operatore sanitario compilando l’apposito form sul sito www.candidojuniorcamp.it (In questi mesi il Candido non ha comunque smesso di lavorare, rifacendosi il look con un sito tutto nuovo). Le iscrizioni saranno aperte fino al 15 settembre 2021.

“Una nuova tappa del Candido Junior Camp significa che la storia continua ad andare avanti – ha commentato Alfredo Marson, Presidente di Briantea84 -. Questo appuntamento, in particolare, avrà un valore più grande visto che sarà il primo dopo il periodo di chiusure. Crediamo molto nel valore dello sport come veicolo di crescita per ragazze e ragazzi, negli ultimi mesi è mancato effettivamente qualcosa e pensare di non raggiungere più i giovani alla pratica del basket in carrozzina ci ha fatto male. Come Briantea84 abbiamo sempre sostenuto questo progetto, essendo stati gli ideatori insieme alla Fondazione Candido Cannavò e mai come oggi siamo orgogliosi di farne parte. Vogliamo riprendere il grande lavoro che è culminato con una stagione pazzesca come quella del 2018-19 che ci ha visti protagonisti di sei tappe in tutta Italia, guardando sempre avanti”.

IL PROGETTO – Dal lontano 2015 il percorso del Candido è stato netto e preciso: affermazione, crescita e diffusione per un’idea partita da lontano e che in pochi anni ha toccato l’Italia da Livigno alla Sicilia. Prima di Padova, il Candido Junior Camp è stato ospite di: Livigno, Palermo-Ragusa, Porto Torres, Firenze, Pontecagnano Faiano, Parma e Reggio Calabria, coinvolgendo più di 80 ragazzi e 250 tra volontari e staff. Dopo le prime esperienze dal 2015 al 2017, le 6 tappe della stagione 2018-19 sono state griffate OSO – Ogni Sport Oltre (il progetto di finanziamento per il binomio sport e disabilità della Fondazione Vodafone); oggi il “Candido” ha ricevuto un aiuto economico per i prossimi eventi dal Ministero dello Sport.  Dall’esperienza del Candido sono nate 4 squadre giovanili, 12 ragazzi sono stati inseriti nei roster delle squadre di serie A e 4 giocatori che hanno partecipato al Candido sono stati convocati agli ultimi Europei Under 22 disputati nel giugno 2021.

Questo camp è nato proprio per ricordare un pioniere e visionario come Candido Cannavò, storico direttore della Rosea che credeva nello sport come strumento di crescita sociale. Un’avventura completamente gratuita resa possibile grazie a chi ha accettato di salire su questo treno. Tra i ragazzi e le ragazze che hanno incontrato il basket in carrozzina, molti i neofiti e altrettanti quelli alle prime armi con una disciplina sportiva che ha colpito tutti. Tante le perplessità iniziali, molta la fiducia riposta dalle famiglie dei nuovi atleti di affidare i loro figli ad uno staff che li introducesse nel mondo della palla a spicchi. I pianti iniziali di paura si sono trasformati negli obiettivi che gli stessi nuovi giocatori si sono posti da qui a breve: chi il primo palleggio, chi il primo canestro, chi far parte di una squadra.

Occhi pieni di determinazione, un coraggio da vendere per chi si è spinto oltre, dichiarando: “Sogno la Nazionale”. Nessuna pretesa, si può fare: qualcuno, appunto, c’è già riuscito.

In prospettiva il trend è destinato ad incrementare la realizzazione di quella che potrebbe essere una grande spinta per il mondo del basket in carrozzina. Opportunità per tutti, con l’obiettivo di portare la cultura paralimpica soprattutto dove non è presente.