
Kevin Giustino, cestista “normo” del 2001, gioca nel campionato di Serie B con il Riviera Basket Rimini e in precedenza ha vestito le maglie di Bologna, Rieti, Pistoia e Firenze. Il suo percorso sportivo ha avuto inizio fin da bambino, spinto da un legame familiare con la disabilità.
Quando è nato il tuo amore per il wheelchair Basketball?
Ho cominciato a giocare a basket in carrozzina all’età di 9 anni. Un bambino che si è seduto per seguire il padre amputato (Gennaro, ndr), come la maggior parte dei normodotati cominciano per un legame con un disabile.
Dove hai iniziato?
Ho giocato a Firenze per 11 anni costruendo legami all’interno di questo mondo con persone con cui mi frequento anche al di fuori del campo da basket.
Il momento della promozione in Serie A ha segnato una svolta nel tuo percorso sportivo…
Quando a Firenze abbiamo vinto il campionato di Serie B e giustamente la società ha accettato di fare la Serie A io ho cominciato a giocare in altre squadre creando altre amicizie. In tutto questo non ho mai smesso di allenarmi a Firenze per dare una mano a una squadra che gioca in Serie A permettendo di fare allenamenti con più persone possibili. Ho fatto anche da telecronista in certe partite per cercare di essere più utile possibile.
Il basket in carrozzina per te è solo uno sport?
Io la disabilità la vivo quotidianamente, mio padre, i miei compagni e anche nella vita lavorativa. Non lo dico per vantarmene ma solo per far capire che non faccio questo sport per sentirmi superiore o fare la differenza in partita, ma solo perché in cuor mio sono ancora quel bambino di 9 anni che gioca con i suoi amici.
Il normomodato da diversi anni non può più giocare in Serie A e se un domani dovesse succedere anche in Serie B?
Se mai dovessero levare il normodotato anche dalla Serie B a me leverebbero una gran parte della mia adolescenza e delle mie amicizie, costringendomi a ricostruirmi in altri ambienti.
Sei tra i giocatori più prolifici del campionato..
Io non faccio la differenza in Serie B perché sono normodotato, ma perché mi alleno 6 volte la settimana, spesso con giocatori disabili nettamente superiori a me. E se mai avessi la possibilità di giocare in Serie A prenderei subito la palla al balzo perché amo confrontarmi con dei professionisti da cui avrei sicuramente molto da imparare.
Alberto Garau